Lo hai incontrato in qualche piazza d’Italia, ti ha catturato la sua voce leggermente graffiata. Forse hai riconosciuto la canzone che stava cantando, Fix you dei Coldplay o Society di Eddie Vedder. “Non ricevi offerte solo perché fai una canzone famosa. Si fermano, magari, ma se non emozioni non ti daranno nemmeno un centesimo”. Lui è Soltanto, un busker: “colui che per scelta propone la sua musica direttamente in strada, senza mediazioni di alcun tipo”.
Soltanto ha 28 anni, ne aveva 24 quando è partito per la prima volta in autostop per l’Europa: “Non avevo idea che questo potesse diventare anche un percorso lavorativo, non avevo modelli di riferimento. Mi sono ispirato ai musicisti di strada che avevo incontrato in Europa. Ho lasciato il lavoro, ho finito gli studi e sono partito, dicendomi vediamo che cosa succede”.
Così è arrivato il miracolo di novembre 2012, sogno di molte organizzazioni: un crowdfunding avviato verso un grande successo. Soltanto decide di realizzare il suo primo album di inediti, Le chiavi di casa mia. Per raccogliere gli 8.000 euro necessari a realizzare il CD coinvolge le persone che ha incontrato lungo la strada: mette il suo progetto sulla piattaforma Musicraiser. “La campagna non si ferma al raggiungimento degli 8.000 euro” spiega “con la distribuzione e la promozione il progetto costa circa 20.000 euro”.
Novemila persone lo seguono su Facebook, ha raccolto 5.000 euro in poco più di tre settimane, con una media per donazione di 30 euro (ben più del costo di un CD). Non tutto si misura con i numeri, ma dopo meno di un mese Soltanto ha già superato il 60% della quota del suo progetto. “Sembrano cifre miracolose, in realtà è la comunicazione sincera di un progetto onesto e umile che dura da diversi anni. Negli ultimi quattro anni ho fatto un lavoro costante di sensibilizzazione sulle tematiche del mio suonare in strada, sul mio progetto. E ora dico a tutti quelli che ho incontrato: Ragazzi, tiriamo le somme”.
Ha pensato a degli incentivi per chi vuole sostenerlo: “Quello che mi piace di più è il concerto privato: è bello vedere gruppi di ragazzi che organizzano delle vere e proprie cene sociali per raccogliere i 150 euro che, una volta donati, gli permetteranno di organizzare il concerto”.
Non è ideologicamente contrario al mondo discografico Soltanto. “Se domani arrivasse un’etichetta e mi dicesse che ho carta bianca, forse farei un altro album, magari in coproduzione con i fan. Ma per me è fondamentale mantenere la coerenza, il mio progetto è un ecosistema molto espanso, ma nello stesso tempo molto fragile”.
Guarda l’intervista a Soltanto realizzata da Studio28 Tv sulla professione di musicista di strada, tra Milano e l’Europa